La costruzione della coppia e il "vero amore" - Parte prima

La relazione madre-bambino: la prima coppia nella nostra vita

La ricerca di un partner risponde a bisogni fondamentali dell’uomo, bisogni che trovano risposta tramite l’attivazione di sistemi motivazionali.

Vediamo ora in particolare il sistema motivazionale dell’attaccamento, un sistema che risulta essenziale per una crescita equilibrata della persona e per la sua capacità di creare in futuro un rapporto  di coppia soddisfacente.


La teoria dell’attaccamento di Bowlby, (elaborata tra gli  anni ‘60 e ‘80) con i suoi sviluppi successivi, fonde in sé soprattutto le istanze e i modelli dell’Etologia, della psicoanalisi e della psicologia dello sviluppo.

Nella sua teoria, Bowlby afferma che il bambino possiede una predisposizione biologica innata a sviluppare un attaccamento nei confronti del suo caregiver, cioè la persona che prevalentemente si prende cura di lui nelle prime fasi della vita, tanto che un allontanamento precoce da essa può comportare anche gravi conseguenze.

I comportamenti che rivelano l’attivazione del sistema motivazionale dell’attaccamento includono azioni che attirano l’attenzione del caregiver tramite le quali il bambino comunica i suoi bisogni, induce la madre ad avvicinarsi a lui per capire di cosa ha necessità e a provvedere di conseguenza.

Per esempio, il sorriso e la vocalizzazione esprimono benessere e indicano desiderio di socializzare, il pianto viene usato per segnalare una condizione di disagio o di avversione verso uno stimolo sgradito e induce nel caregiver azioni mirate ad accudire o ad eliminare lo stimolo nocivo, aggrapparsi indica paura e desiderio di essere protetto e così via.

Questi comportamenti si attenuano, quando si ricevono conforto e cure.

Il legame di attaccamento del neonato con il caregiver svolge sia una funzione biologica di protezione fisica, sia  una funzione psicologica di sicurezza emotiva.

La figura di attaccamento costituisce perciò la base sicura che consente al bambino di garantirsi la sopravvivenza e gli permette l’esplorazione dell’ambiente.

Tale primo legame è il prototipo di ogni rapporto successivo.

Il comportamento di attaccamento si manifesta più tardi anche nell’adulto, con diverse  modalità, quando si è spaventati, affaticati o ammalati, per assicurarsi la vicinanza di una specifica persona di fiducia che possa sostenerci nella nostra temporanea condizione di fragilità.

Poichè il bambino dispone solo della presenza del caregiver per comunicare i propri bisogni, vive la separazione dal genitore come una condizione di pericolo, tanto che quando gli accade di separarsi da lui anche per brevi periodi, esibirà manifestazioni universali e costanti di protesta, disperazione e distacco fino a quando avviene il ricongiungimento.

Le osservazioni sperimentali a sostegno della teoria furono condotte da Mary Ainsworth con il modello della Strange Situation, una procedura che esaminava il variare dei comportamenti di attaccamento e di esplorazione nel bambino in condizioni di bassi ed elevati livelli di stress da separazione.

I risultati di tali osservazioni portarono ad evidenziare tre modalità comportamentali differenti del bambino piccolo come reazione alla separazione (dalla nascita a circa un anno e mezzo).

Sono state definite come pattern di attaccamento sicuro, ansioso-ambivalente ed evitante.

Nel caso di un pattern di attaccamento sicuro, questi mostra angoscia al momento della separazione, ma al rientro della madre si lascia consolare e riprende gioioso l’esplorazione dell’ambiente.

Nel suo agire c’è  equilibrio tra sistema di attaccamento e sistema esplorativo, e la madre è caratterizzata da comportamenti di accudimento adeguati, sufficientemente coerenti e costanti.

Quando l’attaccamento è  ansioso/ambivalente, il bambino è talmente dipendente dalla presenza del caregiver da ridurre l’esplorazione.

Quando la madre si assenta, la sua protesta è simile a quella del bambino con attaccamento sicuro, ma quando ricompare, non si calma facilmente e continua a piagnucolare e ad aggrapparsi.

In genere la madre di questo tipo di bambini è incostante o talvolta incoerente nei suoi atteggiamenti di accudimento, generando ansia nel suo piccolo.

Infine nel caso di pattern di attaccamento evitante, è assente sia la protesta al momento del distacco che la gioia al momento della riunione.

Il bambino è indifferente e non si aspetta nulla dalla madre perché questa spesso esibisce rifiuto al contatto fisico con lui, tende al distacco e respinge le sue ricerche di vicinanza.

In seguito fu individuato un quarto schema di comportamento definito come attaccamento disorientato/disorganizzato, che si osservava in bambini oggetto di grave trascuratezza o abusi da parte di genitori molto disturbati e dai comportamenti imprevedibili.

Le modalità relazionali tipiche di ogni stile di attaccamento-accudimento sono interiorizzate e si traducono nei cosiddetti MOI, modelli operativi interni, ossia una rappresentazione mentale del tipo di interazioni ripetutamente sperimentate con le figure di attaccamento dell’infanzia.

Così la teoria afferma che la formazione e lo sviluppo di legami affettivi sono influenzati dalle prime esperienze di attaccamento poiché i MOI costruiscono aspettative e credenze circa l’attaccamento adulto che guidano e danno senso alle successive esperienze di relazione regolando il comportamento.

Le teorizzazioni di Bowlby ispirarono numerosi studi riguardanti l’attaccamento negli adulti in vari contesti tra cui il lutto, la separazione coniugale e i rapporti di coppia e in particolare da questi ultimi risultava che il tipo di  pattern di attaccamento ai genitori sviluppato da ogni partner nel corso dell’infanzia veniva di fatto riproposto con analoghe modalità relazionali anche  nella sua relazione di coppia.

Per completare il discorso sui fattori che ci spingono alla creazione di un rapporto di coppia, citiamo ora  Fisher e colleghi (2002), per i quali il rapporto di coppia adulto è il risultato di tre differenti sistemi  motivazionali: l’ impulso sessuale,  l’attrazione romantica, e l’attaccamento di coppia.

  • Il bisogno sicurezza e di essere protetti si esprime attraverso il sistema motivazionale dell’attaccamento che può realizzarsi nelle tre forme descritte da Bowlby;
  • il bisogno di conservazione della specie si manifesta nell’accoppiamento e la procreazione,  grazie ai sistema motivazionale della sessualità;
  • il bisogno di costruire una fiducia di base nella persona è soddisfatto grazie al sistema dell’accudimento attivato nel genitore quando il bambino ha attivato il suo sistema di attaccamento.

Il primo sistema motivazionale che si mette in azione nella costruzione della coppia è quello che inizialmente spinge alla ricerca di un partner sessuale ed è regolato dall’influsso di ormoni quali gli estrogeni e gli androgeni.

E’ un  meccanismo di breve durata, destinato ad avviare l’avvicinamento all’altro, ma che non garantisce da solo alcuna stabilità del rapporto nel tempo, inoltre non è il livello al quale la maggior parte delle persone si riferisce quando pensa all’Amore.

Il secondo sistema è quello dell’attrazione romantica. Si manifesta con un aumento dell’energia psichica, una forte focalizzazione dell’attenzione sulla persona amata, con pensieri intrusivi, emozioni intense e la ricerca di continua di vicinanza emotiva all’altro.

Opera nella fase dell’innamoramento tramite elevati livelli degli ormoni dopamina e noradrenalina e con una possibile diminuzione del livello di serotonina.

Il terzo sistema, quello dell’attaccamento di coppia, è riscontrabile non solo nell’uomo, ma in generale in tutto il mondo animale ed è destinato a sostenere il rapporto per un tempo più lungo, in funzione dei compiti legati alla procreazione e all’allevamento della prole.

Per esempio, molti mammiferi ed uccelli esibiscono comportamenti quali la preoccupazione per la costruzione di un nido, azioni di difesa del  territorio della coppia, condivisione del cibo, disponibilità alla cura reciproca e alla gestione de piccoli, ricerca della vicinanza fisica e ansia nei momenti di separazione.

Negli esseri umani sono anche riscontrabili emozioni positive quali un senso di calma, di unione e sicurezza emotiva e una sensazione di benessere anche a livello sociale.

Gli ormoni associati a questo sistema motivazionale sono l’ossitocina e la vasopressina.

In  conclusione possiamo dire che la natura ci ha predisposti alla socializzazione e alla costruzione di legami preferenziali necessari a garantire la sopravvivenza della nostra specie.

Di tali legami particolarmente significativi abbiamo bisogno non solo nella prima infanzia, ma anche per il resto della vita.

Essere consapevoli di tutti i fattori che influiscono sulla nostra modalità di porci in relazione, quelli antichi  riferiti alla nostra infanzia, come quelli attuali che influenzano la nostra vita adulta, ci consente di riflettere su ciò di cui abbaimo necessità e di  fare le migliori scelte di coppia possibili in linea con la nostra unicità.

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